Cause I can't hold on to anything this good enough...
09 luglio
Quanto valgo?
Non so se porsi questa domanda ha molto senso, so soltanto che essa s'insinua tra i miei pensieri come un groviglio di vipere. Determinare il valore di una persona non è certo semplice e naturalmente il responso dipende dai criteri adottati per una valutazione. Potrà sembrare sciocco, ma spesso mi capita di passare in rassegna mentalmente tali criteri per giungere sempre alla stessa amara conclusione. Riflettendo sono giunto a due considerazioni:
1. si tratta di una domanda che riaffiora in me quando interviene un fattore esterno destabilizzante che mina una delle mie poche certezze, abbattendo alla base quelle solide colonne che lasciano spazio ad un paesaggio di rovine che poi come d'abitudine siedo a rimirare con sguardo malinconico;
1. si tratta di una domanda che riaffiora in me quando interviene un fattore esterno destabilizzante che mina una delle mie poche certezze, abbattendo alla base quelle solide colonne che lasciano spazio ad un paesaggio di rovine che poi come d'abitudine siedo a rimirare con sguardo malinconico;
2. è una domanda che deriva dal tanto temuto, negato, ma altrettanto inevitabile e continuo confronto con gli altri. E' raro chiedersi quanto si vale in termini assoluti, è più frequente chiederselo relativamente ad un termine di paragone.
Mi guardo attorno, noto e spesso bramo quel mondo scintillante che mi circonda: valgo abbastanza? Sospirando scruto i talenti delle persone che incrociano il mio cammino: tengono stretto nel loro pugno un bagliore smorzato dalla loro morsa, ma pronto ad illuminarli quando decideranno di liberarlo dal loro palmo. Catturato da un'ammirazione sconfinata, schiudo il mio pugno, ma noto nient'altro che le rughe, quei segni del tempo che solcano il palmo: è la mediocrità.