giovedì 30 agosto 2007

Am I good enough?

Cause I can't hold on to anything this good enough...

09 luglio

Quanto valgo?

Non so se porsi questa domanda ha molto senso, so soltanto che essa s'insinua tra i miei pensieri come un groviglio di vipere. Determinare il valore di una persona non è certo semplice e naturalmente il responso dipende dai criteri adottati per una valutazione. Potrà sembrare sciocco, ma spesso mi capita di passare in rassegna mentalmente tali criteri per giungere sempre alla stessa amara conclusione. Riflettendo sono giunto a due considerazioni:
1. si tratta di una domanda che riaffiora in me quando interviene un fattore esterno destabilizzante che mina una delle mie poche certezze, abbattendo alla base quelle solide colonne che lasciano spazio ad un paesaggio di rovine che poi come d'abitudine siedo a rimirare con sguardo malinconico;
2. è una domanda che deriva dal tanto temuto, negato, ma altrettanto inevitabile e continuo confronto con gli altri. E' raro chiedersi quanto si vale in termini assoluti, è più frequente chiederselo relativamente ad un termine di paragone.
Mi guardo attorno, noto e spesso bramo quel mondo scintillante che mi circonda: valgo abbastanza? Sospirando scruto i talenti delle persone che incrociano il mio cammino: tengono stretto nel loro pugno un bagliore smorzato dalla loro morsa, ma pronto ad illuminarli quando decideranno di liberarlo dal loro palmo. Catturato da un'ammirazione sconfinata, schiudo il mio pugno, ma noto nient'altro che le rughe, quei segni del tempo che solcano il palmo: è la mediocrità.

mercoledì 29 agosto 2007

Here in the shadows I'm safe, I'm free...

I cannot stay where I don't belong...

22 maggio
Ognuno di noi spera o si illude di poter far affidamento nella propria vita su delle certezze, su quegli appigli a cui poter aggrapparsi quando la corrente si fa incontrastabile. Nel momento in cui questi iniziano a sgretolarsi per effetto dei flutti e del tempo, si corre il rischio di dissolversi per sempre tra le braccia rassicuranti di Nettuno. Il tempo, quella lieve foschia che inizialmente offusca i contorni di ogni momento, finisce per tramutarsi in una fitta nebbia che impedisce di abbandonarsi al gusto dolceamaro del ricordo. Realizzare di aver perduto ogni certezza è destabilizzante, ti lascia solo, anzi ti lascia in compagnia dell'entità più difficile da affrontare: te stesso. Te e i tuoi dubbi, te e le tue debolezze, i tuoi lati più oscuri, scomodi, inaccettabili, contraddittori, disadattati; è un viaggio in fondo alla propria anima sconvolgente, unico, momentaneamente distruttivo. Momentaneamente, sì, perchè dalle macerie e dalle ceneri Fenice prende vita e si libra in volo sulle sue ali più possenti di prima. Spero di avere la volontà e il coraggio di intraprendere il mio volo su diverse lande, perchè l'ipocrisia e la Noia del mio attuale mondo mi hanno ucciso ogni slancio di libertà, creatività, e soprattutto serenità. Perchè come ci insegna Baudelaire: "in mezzo agli sciacalli, le pantere, le cagne, le scimmie, gli scorpioni, gli avvoltoi, i serpenti, fra i mostri che guaiscono, urlano, grugniscono entro il serraglio infame dei nostri vizi, uno v'è, più laido, più cattivo, più immondo. Sebbene non faccia grandi gesti, nè lanci acute strida, ridurrebbe volentieri la terra a una rovina e in un solo sbadiglio ingoierebbe il mondo. E' la Noia! L'occhio gravato da una lagrima involontaria, sogna patiboli fumando la sua pipa. Tu lo conosci, lettore, questo mostro delicato - tu, ipocrita lettore - mio simile e fratello". Il Maestro Baudelaire riesce a trascendere con la parola il suo stato, costruendo un oggetto di bellezza. Io certamente non sarò mai in grado di arrivare a tanto, anche se con lui condivido la fatale attrazione verso lo spleen. Spero soltanto di raggiungere, un giorno, quel senso di realizzazione e quella felicità interiore che regalino anche a me un equilibrio. Forse il primo passo verso il mio agoniato monte sta nella capacità di osservar l'orizzonte con occhi diversi e nel coraggio di compiere la mia salita con nuovi compagni di viaggio.

venerdì 10 agosto 2007

My place among the ashes...

And I'm still waiting for the rain to fall, pour real life down on me...

19 febbraio
Gocce di rimpianti
petali di solitudine
ceneri di ossessioni
in un turbinio eterno,
un vortice che annichilisce ogni fiato
ma sublima l'animo.
Nella selva,
tra le fronde,
quei maledetti occhi porpora
traboccanti di sangue
continuano a fissarmi,
gemendo incessantemente.
Mi dissolvo in quel rosso che squilla,
nel nero che ulula,
nel ruvido grigio
che accarezzo rabbrividendo.
Respiro la notte
canto il silenzio
bevo il vento.
Mi abbandono alla corrente,
nel dolce ricordo del volo.
Ma è un'illusione:
le ali nere sulla mia schiena straziata
sono spezzate
e non sostengono il peso di un'anima corrotta.
Scivolo,
sprofondo quindi nell'abisso
nel mio perpetuo precipitare,
nell'estenuante attesa
di scoprire il fondo...

domenica 5 agosto 2007

Am I that unimportant? Am I so insignificant?

Playground school bell rings again...

04 dicembre
Giornata grigia...il colore del cielo mi riporta alle note iniziali di "The Last Song I'm Wasting On You"...sparkling gray, then my own veins...fissando i tetti delle case mi sembra tutto così terribilmente spento, vuoto, immobile, dimenticato. Sarà questo il destino che spetta ad ognuno di noi? L'oblìo, l'immobilità eterna...Qual è il senso di tutto questo? Camminare, studiare, parlare, piangere, ridere...Non è forse il tentativo di dare dinamismo ad una realtà immobile? Viviamo nel perenne tentativo di dare un senso alle cose, io proprio non sono in grado nemmeno di abbozzare un'ipotesi. Tento di spogliare la mia mente da questi pensieri inconcludenti, e mi accingo all'ascolto di "Hello", nel solito, religioso, silenzio...Ogni volta è sempre la stessa, straordinaria, coinvolgente emozione...mi sfiora l'idea che sia proprio l'arte lo scopo dell'umanità (ed "Hello" ne è un mirabile esempio). Don't try to fix me, I'm not broken, I'm the lie living for you so you can hide...quanto può racchiudere una breve, semplice sequenza di parole...Direi una vita, nel mio caso. Poche parole più significative di un'intera biografia. Mi rendo conto di essere assalito da quella che molti letterati chiamavano "noia"...gli eventi mi scivolano addosso, senza lasciare un significativo alone. "Gli altri" cominciano a rappresentare un universo nemico, non riesco a provare che diffidenza nelle persone...anche se forse diffido dagli altri perchè conosco me stesso...ho provato sulla mia pelle che le parole sono taglienti come lame e sto meditando di evitare ulteriori affondi defilandomi. Sono stanco di combattere, non sono più in grado di reagire, nonostante la consapevolezza che la mia resa equivarrebbe ad un completo isolamento. Hello, I'm still here, all that's left of yesterday...il passato si riaffaccia sempre prepotentemente, bussando alla porta ad ogni momento cruciale. E' un passato scomodo, difficilmente gestibile, un passato che rafforza i fantasmi presenti e che affoga nella pena. Intanto il grigiore là fuori ha lasciato spazio all'oscurità, ora mi sento più al sicuro, nel mio universo.

mercoledì 1 agosto 2007

Looking back....

Contemplando lo specchio d'acqua che ho dinnanzi, cerco di cogliere i contorni sfocati del mio riflesso...

15 ottobre
Identità?
Uffa...che palle. Non vi capita mai di pensare almeno per un attimo a quanto bello sarebbe non esistere? Di essere stanchi di tutto: delle abitudini, degli obblighi, delle costrizioni etiche, morali, sociali...delle persone, del tempo che fortunatamente e purtroppo trascorre inesorabile, del ripetersi delle cose e del peso che ne deriva e che troppo spesso subiamo passivamente? Quanto darei per costruirmi una nuova identità, altrove, dove non dover difendere una reputazione, perchè lì, la reputazione, non ce l'avrei proprio. Sarei un terreno inesplorato, da scoprire, e la visione degli altri nei miei confronti non sarebbe viziata in alcun modo dagli eventi passati, da quegli accadimenti che modellano la tua immagine e che la saldano nei cervelli parassiti di chi non accoglie una concezione dinamica, di chi cioè non è disposto a vedere i cambiamenti che avvengono in una persona. Certo, troppo spesso quei cambiamenti non vengono neppure da te palesati perchè nell'immenso palcoscenico della vita abbiamo tutti un ruolo che impariamo a rivestire e dal quale è improbabile riuscire a staccarsi. Quel ruolo è accettato dagli altri, approvato, magari anche giudicato positivamente, il rischio di cambiare è troppo elevato. Se il nuovo ruolo non dovesse essere gradito alla platea? Ecco come si arriva a negare se stessi pur di ottenere un riconoscimento dalla collettività...vorrei poter e sapermene fottere. Tutto questo è dovuto probabilmente alla distanza abissale di interessi e caratteriale che intercorre tra me e chi mi circonda: spesso mi sento escluso dalle discussioni, spesso totalmente disinteressato ad argomenti che invece riuniscono molte persone. Inoltre: la mia ironia è diversa da quella dei miei conoscenti. Non rido per ciò per cui ridono tutti, non piango per ciò per cui piangono tutti, non amo partecipare alla lotta fra chi urla più forte, o a quella fra chi inventa bestemmie più "originali"...Ora, la scelta può essere quella di uniformarsi, assicurandosi l'accettazione, oppure quella di continuare ad essere asociale convinto. Spero e prego di aver sempre la forza per continuare ad esserlo.

Eccomi

Quasi fosse un gesto rituale, iniziatico, mi accingo ad imprimere i miei pensieri tra le pagine di questo nuovo blog, arginando i fiumi di parole e di ricordi passati in uno specchio d'acqua sul quale riflettermi per cogliere se e quanto la mia immagine sia mutata. Per afferrare la differenza tra me e il mio riflesso. Posterò quindi nei prossimi giorni alcuni tra i pensieri passati per me più significativi, quelli che hanno segnato quest'ultimo anno. Un anno che ha portato con sè molte domande e poche risposte, molti turbamenti e poca stabilità. Sì, quello che cerco e che vedo scivolar via dalle mie dita come petali rapiti dal vento è da sempre un concreto equilibrio.